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In un mondo ideale, acquistare un bene da un fornitore è un’operazione quanto mai semplice: si individua il fornitore, viene inviato l’ordine, il fornitore lo conferma, la merce arriva al cliente.
Nel mondo reale, le cose sono un po’ più complicate e prima di arrivare a concludere il processo d’acquisto, si incontra ogni tipo di ostacolo: incomprensioni, telefonate non necessarie, informazioni non pervenute, errori, perdite di tempo e imprevisti di ogni sorta.
In questo senso il processo di acquisto si appesantisce a causa di una grande quantità di attività a basso valore aggiunto che il buyer deve comunque portare a termine, ma che rischiano di spostare e togliere l’attenzione all’attività core dell’ufficio acquisti: far arrivare la merce nei tempi previsti e senza costi aggiuntivi.
La maggior parte di questi “ostacoli” ha una causa comune e universale: l’imperfetta comunicazione con il fornitore.
Il sogno comune è quello di avere una catena di fornitura così integrata e adattata all’azienda, da far sì che qualsiasi cosa accada al proprio interno si propaghi anche verso i fornitori e che questi ultimi si comportino esattamente come si vorrebbe che facessero.
Può sembrare un’utopia, ma si tratta di uno scenario a cui tendere e che passa necessariamente attraverso un’eccellente comunicazione cliente-fornitore.
Per almeno cinque buoni motivi:
- Maggiore efficienza operativa
- Elevata reattività della supply chain
- Migliore affidabilità della programmazione della produzione
- Riduzione del magazzino e dei relativi costi
- Misurazione analitica dei fornitori
Qualsiasi sia l’approccio scelto e lo strumento selezionato, i progetti di integrazione e di miglioramento della comunicazione devono coinvolgere necessariamente tutti i fornitori, perché solo così si potranno ottenere i benefici tattici e strategici su tutta la Supply Chain.